domenica 18 novembre 2007

Il viaggio di Kakà

È il viaggio di una nave, con le sue tappe precise, è l’indicazione di una rotta ben definita.
Ma come si svolge il viaggio, le bonacce e le tempeste, gli avvenimenti fra un porto e l’altro, tutto questo non lo sappiamo.
Siete voi stessi a riempire i vuoti, a deciderlo.
(Eugenio Barba, fondatore dell’Odin Teatret, parlando ai suoi attori di improvvisazione)


Ogni volta che parlo di Aspettando Kakà la gente mi chiede «E il testo chi lo ha scritto?».
Ogni volta spiego che non c’è un testo, non ancora.
Non vogliamo partire da una drammaturgia, ma dalle persone.
Mi piace chiamare questo modo di creare dell’abbandono. Lo abbiamo imparato da alcune delle persone che in questi anni ci hanno fatto vivere il teatro: Loredana Scianna, Ilaria Gerbella, Davide Doro, Manuela Capece. Nella prima parte del percorso, attraverso l’improvvisazione, si andrà a far emergere quella materia grezza che poi verrà plasmata per dar vita allo spettacolo. Apriremo le orecchie per ascoltare il lavoro. Certo, dietro a questo c’è tutto uno studio, fatto di libri, visioni, discussioni, con le quali io e Marco da febbraio fino ad ora ci siamo nutriti, ma questo non è che la base del lavoro e senza l’abbandono rimarrebbe solo un pamphlet sul fenomeno del calcio in Italia.
Attraverso questo blog vogliamo condividere il nostro percorso, darvi assaggi di quel che accade in questo viaggio e – se vorrete – ascoltare i vostri pareri.
Nel frattempo per chi mi chiederà «E il testo chi lo ha scritto?», deciderò di rispondere in due modi: se mi concederà dai tre minuti in su proverò a dare una risposta strutturata, altrimenti gli dirò così: «Nessuno, tutti, si è scritto da solo. Non so».

lunedì 22 ottobre 2007

mATERIE pRIME

“Educare lo sguardo” è il l’intento profondo con cui ci dedichiamo all’attività di formazione. Centinaia di allievi si sono fermati nei nostri spazi, qualcuno per approfondire la pratica teatrale, qualcuno semplicemente per assaggiarne le dinamiche dall’altra parte.
Quello che è certo, è che ognuna delle persone che ha sperimentato una pratica diretta in teatro ha acquisito una coscienza sottile della scena. In altre parole: pochi ne hanno fatto un mestiere, ma tutti sono diventati attenti spettatori. I linguaggi contemporanei sono multiformi e complessi, riteniamo che sia di importanza fondamentale fornire qualche strumento per decifrarne il percorso estetico. Il piacere sgorga dalla conoscenza.

Il teatro sancisce il valore della relazione.
Non si può prescindere dal tempo, dallo spazio, dai suoni, dagli oggetti, dalle fonti di luce, dai materiali, soprattutto non si può prescindere dalle persone. La (ri)scoperta dell’altro e il rispetto che impone sono valori assoluti, non solo in scena. Ma il teatro è il giardino protetto in cui si impara ad avere cura di questi semi fino al frutto.

Questi i lavori costruiti con gli allievi nella stagione corrente, per essere presentati a porte aperte al pubblico, l’ultimo (Aspettando Kakà) è una produzione di ex allievi che si sono formati nei nostri spazi e che qui trovano modo di poter realizzare un’opera prima autonoma. ilTeatrodiMinosse è il nome che si sono dati: Minosse, uno dei figli di Europa e dei suoi “teatri” possibili.

eUROPA tEATRI

giovedì 11 ottobre 2007

Il calcio è sempre più un mezzo di distrazione di massa. I mondiali, il calciomercato, e più in generale il tifo calcistico sono spesso usati dagli appassionati in modo spropositato: ricoprono la vita di quel senso che non riescono a trovare. Dall’altro lato alcune persone delle alte sfere economiche e politiche hanno intenzione di dare uno sfogo agli italiani che non danneggi il loro operato. Il calcio diventa quindi strumento di narcotizzazione sociale o, per l’appunto, di distrazione di massa. Distrazione dai tanti problemi che affliggono l’Italia.
Facciamo, per farci meglio capire, un esempio concreto. Il caso Signori. I tifosi della Lazio sono scesi letteralmente in piazza per protestare contro la cessione imminente di Beppe Signori al Parma di Tanzi. Quanta gente è scesa in piazza contro la legge Biagi? E contro la guerra in Iraq? Ancora: quanta contro la base Usa di Vicenza? Risultato: la legge è passata, l’Italia è entrata in guerra e la base verrà ampliata. Risultato del sit-in pro Signori? Per volontà popolare il capitano rimane in biancoceleste.
Così come Vladimiro ed Estragone aspettano un Godot che gli cambi la vita, noi italiani sembriamo aspettare che Kakà, o qualche altro dio, ci dica: descansate niño,che continuo io...